Mercoledì 29 maggio 2024, dalle ore 11 alle ore 13 presso il Polo Culturale Lombroso 16 in Torino, gli appartenenti e i responsabili di 42 associazioni di utenti e familiari che si occupano di salute mentale hanno incontrato i Candidati alle Elezioni regionali del Piemonte.
La presenza di 13 candidati, di quattro dei cinque schieramenti, e di un folto pubblico ha evidenziato quanto sia sentito il tema del miglioramento dell’assistenza psichiatrica all’interno del Servizio Sanitario pubblico. L’incontro aveva la funzione di presentare un Appello per una salute mentale di Comunità per sollecitare risposte costruttive che tengano conto delle esigenze degli utenti, delle loro famiglie e degli operatori che lavorano nelle varie strutture dei Dipartimenti delle AA.SS.LL. della Regione.
L’evento è stato il frutto di numerose riunioni delle Associazioni con il Laboratorio di Capacitazione, organizzato dal Coripe Piemonte, consorzio dell’Università di Torino e dell’Università del Piemonte Orientale, svoltesi a livello regionale in presenza e in videoconferenza. Hanno avuto un ruolo importante nell’organizzazione dell’evento, l’Associazione Il Bandolo di Torino (che si propone come strumento di rete fra le associazioni) e il Polo Culturale Lombroso 16(anche sede di progetti per la salute mentale) che ha offerto i locali e l’assistenza tecnica.
Al tavolo di conduzione sono stati Nicola Emilio Iozzo, presidente de Il Bandolo, Carla Barovetti (che ha coordinato l’incontro) dell’Associazione Insieme con il Gruppo di ricerca per la salute mentale “Conoscere per Migliorare”, Graziella Gozzellino, presidente DiAPsi Piemonte, Imara Artero, vicepresidente dell’Associazione IoComeTe Utenti ed Esperta nel Supporto fra Pari, Esther Di Biase, della Fondazione Casa dell’Ospitalità di Ivrea e Lorenzo Lanfranco, presidente DiAPsi Savigliano-Saluzzo-Fossano.
Emilio Iozzo ha esordito segnalando la duplice sofferenza, quella giovanile sempre più estesa, ma anche quella degli operatori che non riescono più a dare risposte.
Carla Barovetti ha illustrato l’Appello per la salute mentale in cui sono documentate le carenze sempre più gravi per quanto riguarda finanziamenti ed organici, che portano alla riduzione di orario e in certi casi alla chiusura dei CSM, a fronte di un aumento delle richieste. A seguire nell’Appello la sollecitazione all’aumento delle risorse per le assunzioni, per la formazione orientata alla recovery, per la prevenzione e l’assistenza territoriale, per l’effettiva attuazione del budget di salute, per una maggiore attenzione al passaggio dai servizi della neuropsichiatria infantile ai DSM adulti, al coinvolgimento nei piani di cura di familiari e utenti con l’utilizzo del loro “sapere esperienziale”, all’attivazione della Consulta regionale per la Salute Mentale come strumento di partecipazione.
Sono seguiti numerosi interventi del pubblico, da parte di familiari, utenti ed operatori.
Sono state segnalate numerose criticità: nell’assistenza sul territorio verso la quale è necessario spostare le risorse rispetto alla residenzialità (che favorisce la cronicità anziché il recupero), nel rischio di limitare l’assistenza alla crisi acuta, nella diminuita attenzione verso le patologie complesse, in particolare del crescente disagio giovanile – spesso sottolineato dai media – che dovrebbe essere seguito sul territorio anche con interventi comunitari (e non solo dei Centri di Salute Mentale).
È stata lamentata la chiusura del reparto psichiatrico dell’ospedale Mauriziano, la scarsa qualità dei luoghi di cura negli SPDC degli ospedali torinesi e il numero elevato di episodi di trasferimento di medici, talvolta senza la necessaria informazione e preparazione dei pazienti.
È stata segnalata l’importanza di introdurre nei servizi l’approccio dialogico (Dialogo Aperto), che nelle esperienze realizzate ha avuto un alto tasso di successo, sia come prevenzione di ricadute che come risoluzione dei problemi.
È stata evidenziata l’importanza di dare risposte immediate sul territorio, non medicalizzate ma di accoglienza e dialogo, specie per le nuove emergenze giovanili.
È anche stata evidenziata l’importanza dell’attuazione delle 20 azioni indicate nel Piano di Azione per la Salute Mentale co-progettato con le associazioni e i servizi sanitari e sociosanitari, l’importanza della lotta al pregiudizio e allo stigma (con il ruolo che i media possono avere su questo fronte) e l’importanza del coordinamento fra associazioni, come nella rete della Provincia di Cuneo e nella realtà torinese.
La parola è poi passata ai 13 Candidati presenti delle varie forze politiche. Tutti hanno condiviso i contenuti dell’Appello e si sono impegnati a portare avanti le tematiche presentate, rimarcando l’importanza di completare entro l’anno il piano sociosanitario regionale, strumento di programmazione essenziale, impegnandosi a integrarvi le richieste contenute nell’Appello.
Per la Lista Cirio Presidente vi erano Gianluca Vignale (Capogabinetto del Presidente della Giunta) ed i candidati Rachele Sacco e Tommaso Varaldo, mentre il candidato Silvio Magliano, impossibilitato a essere presente, ha incontrato successivamente una rappresentanza delle associazioni, sottoscrivendo l’Appello.
Per il Partito Democratico erano presenti i consiglieri regionali uscenti Daniele Valle (vicepresidente Consiglio regionale), Diego Sarno, Monica Canalis, i candidati Ivana Borsotto e Giulio Fornero.
Per Alleanza Verdi e Sinistra è intervenuto Fabrizio Debernardi.
La lista Stati Uniti d’Europa è stata rappresentata da Marco Cavaletto.
Per Piemonte Popolare ha parlato Dorino Piras.
Il Movimento 5 Stelle era rappresentato da Maria Grazia Malorzo e Cinzia Tortola (online).
Gli organizzatori dell’iniziativa, i componenti delle varie Associazioni, i familiari, gli utenti e gli operatori sono consci che la presentazione dell’Appello per la salute mentale, che va ad aggiungersi alle molte iniziative organizzate sul tema della salute mentale negli ultimi tempi, non è un punto di arrivo ma un punto di partenza.
Occorrerà coinvolgere molte più realtà, affinché questo Appello diventi una proposta su cui basare le nuove scelte della futura Amministrazione regionale. Sarà necessario coinvolgere i Dipartimenti di Salute Mentale, gli Ordini professionali primi fra tutti quelli dei Medici, Psicologi ed Infermieri, le Municipalità, le organizzazioni sindacali, le Diocesi, il mondo delle Parrocchie (che spesso fungono da filtro), le organizzazioni quali la Confindustria, le Cooperative sociali e tutto il mondo lavorativo spesso coinvolto nei progetti riabilitativi.
Un grande lavoro che si basa sulla fiducia e speranza che il rapporto fra società civile e rappresentanze istituzionali possa avere ancora la possibilità di costruire una collaborazione che superi sterili polemiche e contrapposizioni.