di Giovanna Del Giudice
Un libro straziante e bellissimo, percorso da una straordinaria passione della dignità umana
Il 22 giugno 2006 Giuseppe Casu muore nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cagliari, legato al letto, braccia e gambe, per sette giorni di seguito. Quella morte non silenziata, non negata, non giustificata, ma indagata e assunta come limite invalicabile dell’agire psichiatrico diventa il punto di avvio di un tumultuoso quanto difficile cambiamento. Alla fine disvela e conferma la presenza di un conflitto innegabile. Diviene chiaro che a Cagliari era in atto uno scontro tra psichiatrie, tra differenti visioni, non solo nel dipartimento di salute mentale, ma anche nella città, nella regione e nella stessa società degli psichiatri italiani.
A cinque anni dalla prima edizione, la questione – allora taciuta e irrisolta – della contenzione è diventata oggetto di vivaci discussioni, pur rimanendo una pratica insensata e disumana, tuttora diffusa nei servizi della psichiatria e nelle strutture per gli anziani. Una pratica portatrice di dolore, di annientamento, talvolta di morte. La produzione di testi, dibattiti, testimonianze in merito ha seminato tuttavia qualche necessaria incertezza. Anche se qualcosa è cambiato, resta intenso, forse ancora più profondo, il bisogno di conoscenza e denuncia. Questa nuova edizione vuole essere pertanto un’ulteriore occasione di confronto e approfondimento su un grande tema di civiltà, in cui sono in gioco i diritti della persona e le libertà individuali